sull'orlo del ciclone by damien broderick

sull'orlo del ciclone by damien broderick

autore:damien broderick [broderick, damien]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantascienza
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


8 COMPLESSO EKRATKOYE

12 NOVEMBRE

Bene, ora che l'infermiera Kuenzli mi ha finalmente portato carta e penna, che cosa devo scrivere?

Sembra che la mia ostinata abitudine di buttare giù i fatti del giorno in un diario sia divenuta qualcosa di più di un rito obbligato. (Che sia effettivamente divenuta obbligata è già una scoperta stupefacente, considerando quanto dolorosamente mi sono dovuto forzare, dieci anni fa, per iniziare a tenere un diario regolare. Scoprire quanto sia divenuta irrinunciabile quell'abitudine mi stupisce un po'; anche se in questo aspetto come in altri non sono altro che un'aggiunta inanimata ai miei strumenti da laboratorio.)

Per la prima volta oggi sono lievemente divertilo, anche se forse non è questo il termine giusto. Quel che ho cominciato a scrivere, effettivamente azzerato da queste parole stesse (a loro volta negate dalla circolare trivialità del tema) è che il rito di tenere al corrente il mio pretenzioso diario ricoperto in pelle è divenuto così stereotipato che senza di esso non potrei scrivere in assoluto.

Queste pagine di carta fomite dal Progetto mi furono portate dall'infermiera Kuenzli quando finalmente le mie monotone lamentele vinsero la sua insistenza professionale perché mi riposassi. Il piccolo successo mi lasciò come defraudato e frustrato. Mi sedetti sul letto fissando il fascio di carta ancora immacolata, giocando col bottone della penna con fare irritabile, ed elaborando congetture di vario tipo.

Bene. Quell'esigenza, almeno, sembra essersi estinta. Forse (alleluia!) dopotutto sono più di una semplice macchina. Per essere sincero, suppongo di avere iniziato il mio diario con la speranza di alleviare quel timore borghese. Dopo quattordici anni nei saloni al neon di Novosibirsk la parte umana di me si stava distaccando lentamente, nonostante le banalità modaiole che potevo riversare riguardo all'identità creativa di scienza e arte. Avevo bisogno almeno di riferire a me stesso la verità umana.

Questo per i costumi letterari dell'animale scientifico. Sto francamente indulgendo nelle più grossolane tattiche diversive.

Sono convinto che sto morendo.

Altrimenti perché mi avrebbero sbattuto qui in gran fretta? (Sono addirittura impossibilitato a conferire un nome a questo luogo; l'infermiera Kuenzli evita accuratamente qualunque risposta diretta alla mia domanda. "I dottori verranno presto ad esaminarla, accademico Kukushkin.") È il più dannato ospedale che abbia mai veduto. Un ospedale con letti confortevoli? Forse è uno dei benefici collaterali per aver lavorato alla magniloquente operazione di sicurezza fin dai tempi del Progetto Sputnik.

(Forse infrango la sicurezza a scrivere queste annotazioni. Sicuramente no: lo staff medico deve averne conoscenza perlomeno pari a quella di tutte le altre persone coinvolte nel Progetto. Sono stato accompagnato qui dalle guardie Aegis; presumo che ce ne siano ancora un paio in servizio proprio fuori dalla mia porta in questo preciso istante. Mi avrebbero forse portato carta e penna se fossero stati preoccupati sulla sicurezza? No.)

I miei timori sono senza dubbio privi di fondamento. Con l'esclusione di uno stravagante caso di vomito poco dopo la cura antiradioattiva di oggi, non mostro alcun indizio effettivo di indisposizione.

Il sentimento predominante che mi anima è la noia.

È questo il principale motivo per cui mi lagno, e probabilmente la spiegazione della mia difficoltà nel dare inizio alle annotazioni odierne.



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